Tutti gli atti politici, tecnici e amministrativi adottati dalla giunta regionale riguardo il project financing per il nuovo ospedale di Chieti sono legittimi e regolari.
Lo ha stabilito la sezione dell’Aquila del Tar Abruzzo, che ha respinto il ricorso presentato dal gruppo Icm-Nocivelli, che chiedeva l’annullamento della delibera del gennaio scorso con cui l’attuale governo regionale aveva revocato tutti i provvedimenti adottati dalla precedente giunta di centrosinistra.
“Quando abbiamo affrontato la vicenda del project financing del policlinico di Chieti – commenta l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì – si è ritenuto che un accordo di quel tipo avrebbe avuto un impatto finanziario devastante sulla Asl, con canoni di decine di milioni di euro l’anno da finanziare con la spesa corrente, vale a dire quella utilizzata per personale e prestazioni assistenziali. Di qui la decisione di procedere con gli ordinari fondi pubblici statali, così da non vincolare per decenni l’autonomia gestionale dell’azienda sanitaria”.
Per la giunta regionale un’opera come quella proposta dal gruppo imprenditoriale nel 2014 (e rimodulata negli anni successivi) non teneva conto sia delle ulteriori necessità legate ai bisogni assistenziali emersi durante l’emergenza pandemica, sia del nuovo piano di riordino della rete ospedaliera abruzzese, approvato la scorsa estate e attualmente all’esame del Tavolo di Monitoraggio ministeriale e del Consiglio regionale.
“Ringrazio l’assessore Verì, il direttore della Asl Thomas Schael, il direttore del Dipartimento regionale Sanità Claudio D’Amario e la dottoressa Stefania Valeri con l’avvocatura regionale – puntualizza il presidente Marco Marsilio – per l’impegno e la competenza dimostrati nel chiudere una vertenza molto delicata sulla quale prendevano minacce pesantissime sia politiche che amministrative”.
Per i magistrati amministrativi, tutti gli atti adottati dalla Regione dal 2016 in poi vanno ritenuti come propedeutici all’indizione della gara d’appalto (mai avviata) per il nuovo ospedale teatino, non idonei quindi a generare aspettative di alcun tipo o a ledere interessi dell’impresa proponente.
Fonte: Regione Abruzzo