La voglia di tornare protagonisti partecipi in prima persona nella propria città è il motore che ha dato vita all’associazione Okay, un neonato movimento culturale fondato da alcuni giovani di Lanciano, capoluogo della Frentania in provincia di Chieti.
Siamo andati alla scoperta di questa nuova realtà associativa dedicata ai giovani, attraverso una chiacchierata con il presidente Leonardo Russo e la vicepresidente Giorgia Pasquini, tra gli artefici di questo nuovo progetto.
Carissimi Leonardo e Giorgia, come nasce l’idea di creare la vostra associazione?
“L’idea è nata da un gruppo di giovani lancianesi che hanno espresso il desiderio di unire le proprie esperienze e competenze al fine di agire in maniera concreta per la città e per il territorio, abbracciando la sfera sociale e la sfera culturale, coinvolgendo tutte le fasce d’età e facendo della contaminazione la base su cui costruire un futuro migliore.
Rendere questa città un posto in cui tornare o restare, per investire competenze ed esperienze: il nostro sogno è questo, e per farlo abbiamo deciso di dedicare tempo e risorse per diventare cittadini protagonisti, e per farlo in una comunità che sentiamo nostra da quando siamo nati”.
Che cosa rappresenta per voi Lanciano, la vostra città?
“Lanciano per noi è una casa, un territorio che scorre nelle nostre vene; per questo vogliamo cercare di viverla attivamente. Crediamo che da qui si possa e si debba partire – o ripartire – per incrementare un tessuto sociale e culturale che nel corso del tempo è andato sempre più sgretolandosi”.
Come è stata la reazione dei giovani lancianesi nei confronti della vostra associazione?
“Finora abbiamo avuto feedback positivi da parte di giovani come noi: il fatto che ci stiamo attivando per migliorare la nostra città è stato molto apprezzato, ancor più dai giovani che probabilmente più di tutti risentono di questa situazione piatta, specie dopo due anni “rubati” dalla pandemia. Siamo nati a gennaio e abbiamo utilizzato questi mesi per disegnare un progetto a medio-lungo termine. Abbiamo organizzato un evento “di nicchia” sabato scorso con il Poetry Slam; un evento che, nonostante il freddo di quella serata, ha ricevuto una grandissima partecipazione di pubblico accompagnata da un considerevole numero di iscritti che puntiamo ad incrementare ulteriormente nei prossimi mesi. Un’altra cosa che ci ha colpito favorevolmente è che nella riunione svolta dopo questo evento, anche i nuovi soci si sono subito immedesimati nel progetto partecipando attivamente. Anche dalle altre associazioni lancianesi sono arrivati pareri molto favorevoli, e da qui speriamo di creare una rete che possa fungere da reale upgrade per Lanciano e per tutto il territorio.”
Perché avete scelto questo nome così semplice e allo stesso tempo particolare?
“Il nome, oltre che immediato e facile da ricordare, si ispira ad una raccolta di racconti di Remo Rapino “I ragazzi che dicevano Okay”; una raccolta estremamente significativa basata sulla rivolta lancianese del 6 ottobre 1943, non una data qualunque per noi lancianesi; in un certo senso la data in cui questa città è rinata. I partigiani nel racconto usano “okay” come parola d’ordine, per rassicurarsi, per coprirsi… una parola fino ad allora sconosciuta in Italia. Chiaramente noi non lottiamo – per nostra fortuna – contro il nazismo, ma la memoria riecheggia in noi e ci suggerisce di creare nuove strade che permettano ai lancianesi di sentirsi parte di una città al passo con i tempi, illuminata dalla cultura e dalla storia, i pilastri di un territorio che ha tanto, troppo di più da offrire rispetto ad oggi”.