“Sollecitato dagli studenti universitari di Movimento in Azione della facoltà di Giurisprudenza di Avezzano, rivolgo un appello all’Illustrissimo Rettore dell’Università degli Studi di Teramo”, così Nello Simonelli, Presidente della Commissione Istruzione del Comune di Avezzano.
“Quello allo studio ed alla formazione universitaria é uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, sancito oltre che dalla Carta costituzionale anche nel diritto internazionale per mezzo della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU”.
“Non si compone, però, solo dell’apprendimento di nozioni e materie di studio, ma é più vasto, comprendendo anche il diritto e dovere di votare chi andrà a tutelare gli studenti all’interno degli organismi di rappresentanza”.
“É irragionevole – continua – pensare che gli studenti della sede di Avezzano debbano sopportare l’onta di non avere un seggio costituito localmente, che spetterebbe loro di diritto e che invece non é stato – ancora, si spera – predisposto”.
“Non si può fare una distinzione tra studenti di serie A e studenti di serie B, con l’ovvia conclusione che, privando gli studenti avezzanesi e marsicani del diritto di voto, questi subiscano una compressione di tale diritto”.
“Né si può proporre loro, per esercitare il succitato diritto, di recarsi a votare presso la sede di Teramo, che da Avezzano dista oltre 100km e da altri luoghi di residenza della Marsica anche oltre 150km”.
“In un periodo storico che vede il larghissimo utilizzo di piattaforme telematiche per ovviare ai voti in presenza, sarebbe lecito chiedere, in alternativa all’allestimento di un seggio, come si confarrebbe, almeno la possibilità del voto online”.
“Questa mia non vuole essere una lamentela nei confronti dell’Illustrissimo Rettore, ma un sostegno agli studenti avezzanesi e marsicani, oltre che un consiglio: limitare il diritto allo studio e al voto é un peccato mortale”.
“Spero vivamente si sia in tempo per intervenire, consentendo che vi sia voto libero ed accessibile a tutto il corpo studentesco, senza intollerabili discriminazioni”, conclude.