Passione, musica heavy e non solo: i Twisted sono una miscela esplosiva di elementi e non possono passare inosservati! La grinta, il talento, una buona dose di anticonformismo e di look non convenzionale e ribelle hanno portato questi ragazzi sia sui palchi dei locali in Abruzzo sia su quelli internazionali!
Ciò che colpisce subito dei Twisted, dal vivo in modo particolare, è soprattutto l’energia che sanno trasmettere, la capacità che hanno di coinvolgere il pubblico, sia quello più giovane sia quello “rocker nostalgico”. Quando un gruppo di ragazzi sul palco è unito e ama davvero ciò che fa è impossibile non accorgersene.
Oggi noi di Storie d’Abruzzo abbiamo avuto modo di parlare con i componenti della band e di ricostruire la loro storia, a partire dalla loro solida amicizia, la passione in comune per la musica, fino all’incisione del loro album.
Come nasce la vostra band?
BOB: “La band nasce nel 2013 da un’idea mia e di Philip, da sempre appassionati di musica hard rock e heavy metal. Venivamo entrambi da precedenti band dove non ci veniva data la possibilità di esprimerci artisticamente come avremmo voluto. Per questo, dopo un concerto dei Kiss, ci siamo ritrovati a voler formare il gruppo che avremmo avuto noi stessi il piacere di andare a vedere live. All’inizio trovare componenti che abbracciassero il progetto e disposti al sacrificio che comporta avere una band di inediti non è stato semplice. Anche lo stare in una piccola realtà come Pescara non era d’aiuto. Dopo quasi un anno e diversi cambi di formazione, siamo riusciti a trovare il giusto equilibrio con Mark e Izzy. Da un piccolo gruppo di Cepagatti, nel giro di un paio di anni, siamo riusciti a firmare per una storica casa discografica californiana, la Demon Doll Records. Grazie al continuo lavoro di squadra e al costante impegno, siamo riusciti a segnare un traguardo importante con l’uscita del nostro primo EP “Dancin’ On Chaos” che ha avuto delle ottime recensioni soprattutto all’estero. Senza la nostra passione e l’amicizia che ci lega non so quanto saremmo riusciti a raggiungere questi obiettivi”.
Che emozioni si provano quando si registra e si dà vita ad un prodotto tutto vostro?
BOB: “Proprio in questo periodo stiamo ultimando le registrazioni di “GODSPEED”: il nostro primo album. Registrare questo primo album significa molto per tutti noi perché è il coronamento di un lungo lavoro di cinque anni. Abbiamo superato diverse difficoltà e non è stato semplice. Abbiamo avuto diversi avvicendamenti alla batteria che hanno rallentato di molto i lavori in studio. Per fortuna siamo riusciti a trovare un nuovo membro della famiglia in Shawn “Scialo” Bradley che ha irrobustito e definito il nostro sound. Siamo soddisfatti del nostro lavoro soprattutto perché siamo noi stessi a produrre e registrare le nostre canzoni senza aiuti esterni”.
PHILIP: “Siamo orgogliosi di come sta uscendo questo disco e non vediamo l’ora di farlo ascoltare a tutti. Soprattutto perché nel corso di questi cinque anni abbiamo scritto veramente tanto materiale e abbiamo scelto solo le nostre migliori composizioni perché vogliamo che ogni brano sia accattivante e curato come gli altri. Per noi è fondamentale che tutto il disco sia fatto da potenziali singoli”.
Mi sembra di capire che lavorate molto meticolosamente sulla musica, in modo particolare sui testi. Chi è l’autore? Come componete ogni vostra canzone?
PHILIP: “Per quanto riguarda i testi me ne occupo io personalmente in quanto, essendo americano, non ho limiti a livello linguistico. Le nostre canzoni pur essendo molto melodiche ed orecchiabili hanno significati più profondi. Spesso, questo porta a dedicarsi molto alla cura del testo perché cerchiamo sempre di non seguire i cliché che questo genere a volte impone. Ci piace parlare di divertimento, party e vita al limite ma, ci sono anche altri aspetti della vita che ci piace esplorare ed esprimere. Per quanto riguarda il processo di scrittura, siamo soliti lavorare direttamente in studio. Non siamo un jam band, cioè non componiamo in sala prove improvvisando, ma piuttosto scrivendo in studio. La cosa ci permette di poter lavorare ai dettagli di ogni strumento e di strutturare il pezzo su più livelli. Da uno scheletro iniziale di cui ci occupiamo io e Bob, successivamente gli altri componenti danno un tocco del loro stile in fase di esecuzione”.
BOB: “Spesso nasce tutto da una semplice melodia cantata e registrata sul cellulare o da un’idea nata da un viaggio in autobus (come ad esempio il nostro nuovo singolo ADRENALINE) o da esperienze di vita quotidiana. Rispetto ai nostri primi pezzi percepisco un’evoluzione a livello compositivo e questo ci spinge ancora di più a scrivere sempre nuovo materiale”.
Il periodo del lockdown è stato difficile per tutti. Quanto ha influito questa difficoltà sul mondo della musica? Come lo avete vissuto? C’erano anche prima delle difficoltà per le band?
PHILIP: “Il lockdown è sicuramente stato un fattore di rallentamento dei lavori sull’album. Ma quello che ci ha veramente toccato è stato il non poter esibirci live per 2 anni. Proprio in questo periodo dopo una lunga pausa forzata abbiamo avuto il piacere di poter finalmente tornare sul palco e rivivere il senso di adrenalina che ci era mancato. Purtroppo sotto questo punto di vista noi, come ogni altro artista, abbiamo sofferto molto questa situazione. Per un periodo di tempo non ci è stato possibile neanche incontrarci tra di noi per lavorare sul nostro progetto”.
IZZY: “Quello che ci ha tenuto uniti è stato il forte legame di amicizia che abbiamo. Oltre alla band noi siamo un gruppo di amici e il fattore umano è fondamentale per i TWISTED. Non riusciremmo ad immaginare di avere un gruppo senza avere un rapporto che vada oltre la semplice dimensione lavorativa”.
BOB: “Bisogna comunque dire che anche prima del covid non è mai stato semplice per un gruppo che propone musica inedita trovare serate in zona. Per fortuna abbiamo avuto modo di legare con i nostri amici fraterni “Maiden Division” che hanno sempre supportato il nostro progetto invitandoci a suonare insieme, permettendoci di ampliare il nostro pubblico anche a persone che ascoltano altri generi”.
PHILIP: “Avere un progetto inedito è sempre il percorso più difficile e meno immediato. Il gruppo diventa un’impresa, nel vero senso della parola. Dalla composizione fino al merchandising ogni componente del gruppo cura i diversi aspetti di questo business. Al giorno d’oggi una band non può permettersi ingenuità e questo forse ha fatto perdere un po’ quella che era la purezza e la spensieratezza dell’avere una band, per questo è fondamentale preservare sempre i rapporti umani. Spesso le band sono sottoposte a degli stress che possono portare a tensioni o scioglimenti. Per fortuna ci conosciamo talmente bene che sappiamo anche come discutere tra di noi in modo costruttivo”.
Prossime date, tour, album e sorprese per noi di cui ci volete parlare?
PHILIP: “Il 17 Giugno saremo a Pescara ad Hai Bin per aprire il concerto di Dennis Stratton, ex chitarrista degli Iron Maiden, che sarà supportato dai Maiden Division. Sarà un grande evento e non vediamo l’ora di vivere questa esperienza! La serata successiva sarà una delle più importanti del nostro percorso perché avremo l’onore di aprire il concerto di Ace Frehley, storico chitarrista originale dei KISS, di cui siamo grandi fan e abbiamo eseguito spesso le cover. Per noi è un occasione irripetibile soprattutto perché avviene in un grande festival come il Phenomerock che si terrà a Novara il prossimo 8 luglio. Infatti oltre ad Ace, ci saranno altre band di caratura internazionale come i finlandesi Korpiklaani e gli spagnoli Mago De Oz. Per noi è un sogno che diventa realtà dopo esserci tolti grosse soddisfazioni suonando con band come Skid Row, Reckless Love, David Ellefson dei Megadeth e Pino Scotto“.
BOB: “Inoltre l’11 maggio c’è stata l’uscita del nostro nuovo video del singolo Adrenaline in collaborazione con la squadra di football americano Goblins. Stiamo già iniziando a lavorare sul materiale per il prossimo album e non vediamo l’ora di iniziare le registrazioni. Non ci piace interrompere il processo creativo, quindi siamo sempre al lavoro su nuove idee, che siano canzoni, video o nuovo merchandising”.
Cosa consigliate ai ragazzi che vogliono fare musica in un mondo in cui spesso è difficile farsi strada, emergere, soprattutto se si fa un genere diverso quasi “controtendenza“?
PHILIP: “Ai ragazzi personalmente consiglio di suonare, suonare e suonare, ma soprattutto di formare band, al di là del genere proposto. Spesso quei pochi ragazzi che decidono di imbracciare uno strumento tendono a concentrarsi più sul pubblicare video sui social in cui mostrano le loro abilità tecniche piuttosto che mettersi in gioco e confrontarsi con altri musicisti in una band. La “socialità” dell’avere una band è un aspetto fondamentale che fa parte del percorso musicale, ed è poi importante per lo step successivo che è quello di suonare dal vivo. E’ importante sbagliare e fare esperienza, vivere insieme la musica e di musica. Anche se oggi per ragazzi di 14/15 anni non è semplice avere la possibilità di esibirsi, considerando che noi stessi nonostante l’età media di 30 anni e i 15 di esperienza veniamo considerati un gruppo giovane, è importante non arrendersi mai e trovare sempre un modo per mandare avanti le proprie idee e la propria arte!”
Grazie ai ragazzi dei Twisted!
Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=TsgP571gXxA
Instagram: https://www.instagram.com/twistedbandofficial/
Facebook: https://www.facebook.com/TwistedHardRock
Le foto sono state scattate da Emanuele Di Cintio.
Le foto in studio sono state scattate da Valentino Capitanio.