Il primo agosto di un anno fa un grosso incendio devastò la Pineta Dannunziana di Pescara, riserva naturale regionale. In quella giornata di vento caldo, con temperature che raggiunsero i 40 gradi, furono distrutti 37 ettari.
Oggi l’Amministrazione Comunale ha presentato il progetto per la rinascita, facendo il punto sui lavori effettuati finora. “Abbiamo effettuato 14 riunioni all’Aurum, 29 sopralluoghi nella Riserva e 11 riunioni a Palazzo di Città. A distanza di un anno avremo 1,2 milioni di euro dall’assicurazione che verranno utilizzati per lavorare all’interno della pineta – ha detto il sindaco Carlo Masci in conferenza stampa – Stiamo portando avanti l’esproprio di una parte del galoppatoio per 50mila metri quadrati e l’esproprio del casello delle ferrovie, all’interno della pineta, per mettere a disposizione pubblica ulteriori ettari. Abbiamo avviato un Progetto europeo con la Croazia per il controllo di incendi e alluvioni, grazie all’utilizzo di telecamere anche a raggi infrarossi. La via Silone, che costeggia la scuola ‘Croce”, verrà eliminata per salvare diversi pini e effettuare opere di mitigazione”.
“Da tempo stiamo lavorando per l’abbattimento dello svincolo a trombetta ovvero l’ingresso sud della città di Pescara – ha aggiunto l’assessore alla Viabilità Luigi Albore Mascia – Proseguono i lavori in via Pantini per creare un pendolo ambientale con un by pass per accorpare i vari compartimenti della pineta e far diventare la zona un unicum, con parte di via della Bonifica che diventerà una sorta di sentiero della pineta”. Esponenti del comitato “Rinascita della Pineta Dannunziana” hanno ricordato che “sono 11 gli ettari colpiti dall’incendio di grandi dimensioni. A novembre abbiamo indicato le azioni da porre in essere per ricoprire la copertura vegetale della pineta, poi compiute come stabilito. Il lavoro maggiore è stato nel comparto 5, quello che ha subito più danni. Favorire dove possibile la rinnovazione naturale per seme dei pini, mentre per latifoglie e altre specie sono state tagliate alla base per farle ripartire e crescere dalle gemme. A medio termine saranno fatti altri lavori anche in collaborazione con l’Università dell’Aquila”. (ANSA).