martedì, 8 Ottobre 2024

Pescara sogna un ritorno del vero “mondo della notte”. D’Ostilio: “Ricordo quando si voleva “apparire” nei locali, poi i social…”

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Le restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus sembrano essere agli sgoccioli: il Covid e la grande paura del 2020/21 dovrebbero smettere presto di condizionare il modo di vivere degli italiani, ed a beneficiarne potrebbero essere anche le discoteche. In particolare, l’Abruzzo è legato a doppio filo con il mondo della notte della città di Pescara, una sorta di “piccola Riccione” negli anni a cavallo del 2000. Abbiamo scelto di farci raccontare quel mondo così brillante, e che oggi pare un lontano ricordo, da uno dei personaggi più attivi di quel momento: Antonello D’Ostilio, ex-PR di riferimento di diversi locali sulla cresta dell’onda, come per esempio il Tortuga.

“Gli anni in cui ho iniziato a lavorare al Tortuga sono stati quelli tra il 2008 ed il 2009… cavolo, mi sto facendo vecchio!” ha iniziato D’Ostilio, con un sorriso tra l’amaro ed il sereno “Era un panorama del tutto diverso da quello di oggi: per cominciare, il Tortuga era il polo attrattivo di quel mondo. Non c’erano le cene nei locali, ed il punto di ritrovo, dopocena, era Pescara Vecchia… un luogo bellissimo! Non c’erano i social, le uniche foto della serata le vedevi sul sito di Fabio Urbini, è grazie a lui che è nata la figura del fotografo “fisso” nella serata. Erano anni in cui si voleva apparire all’interno del locale, ed intendo un apparire che aveva la cultura del “tavolo disco”, che era preso solo da pochi. La famosa “bottiglia” arrivava con i flambé, al centro dell’attenzione di tutti, e pare che questa sia stata una invenzione di Pepos (Giuseppe Di Vincenzo, ndr) a Pescara; non molto dopo, lo stesso Pepos avrebbe dato il via al discorso delle cene-spettacolo, oggi dominanti”.

Il cambiamento clamoroso, secondo D’Ostilio, è da attribuire ai social: “Con i social network tutto è cambiato. I “PR” veri, quelli che lo intendevano come un vero lavoro e non come un semplice passatempo o supporto allo stipendio… hanno dovuto vedere persone che con i social si sono improvvisati, secondo me, addirittura come direttori artistici. Quello di cui parlo io, invece, era un vero e proprio stile di vita. Anche a queste dinamiche imputo la crisi avuta poi nelle discoteche in Abruzzo: oggi restano soltanto “La Dolce Vita” di Pratola Peligna ed il “Megà” di Pescara a tenere alta la bandiera. Gli altri sono per lo più club, e sono cambiati anche i generi musicali. Ci sono anche tipi di serata “alternativi”, dunque ben lontani dallo standard a cui eravamo abituati noi. A Pescara, poi, si è aggiunta la zona del centro alla zona di Pescara Vecchia, credo che le due ora coesistano… mentre il crollo dovuto alla crisi economica abbia influito molto in negativo anche sul discorso dei tavoli. Il Covid ha dato il colpo di grazia… anche se sono convinto che i gestori dei locali stiano facendo il conto alla rovescia per riaprire, con il virus che (voglio dirlo a bassa voce!) sta piano piano allentando la sua presa. Sono sicuro che questo sarà il punto di ripartenza del mondo della notte!”.

Al capitolo delle esperienze personali da raccontare alla nostra redazione, Antonello D’Ostilio ha diversi momenti da proporre: “La prima esperienza personale che posso raccontare è quella degli inizi: ero un semplice cliente del Tortuga, mi piaceva semplicemente fare serate per godere di bei momenti. Quando mi fu chiesto di collaborare, per alcuni mesi venne meno completamente la componente del divertimento: l’ansia per i “numeri” da fare era troppa! Successivamente il divertimento è tornato, e posso raccontare di essermi tolto diverse soddisfazioni con il Tortuga! La seconda esperienza è quella legata alla domenica del Cuttysark: in una data, sono riuscito a farmi lasciare l’intero locale per il numero clamoroso di persone a cena fatto, un record incredibile! Ci sarebbe una terza esperienza, ma è top secret, legata ad una festa in villa, non posso raccontarla! (ride, ndr)“. 

Sul presente e soprattutto sui ricordi che lo legano al mondo della notte, D’Ostilio si fa romantico: “Nei grandi eventi sono ancora nel giro e mi tolgo ancora qualche soddisfazione! Per quel che riguarda i locali ed i miei ricordi più belli, certamente non sono legati al denaro ma alle persone conosciute! Per me era fondamentale dare la migliore accoglienza ai miei clienti: mi mettevo all’ingresso, dietro le hostess, pronto a far vivere il locale alle persone! Ho un ricordo speciale, poi: l’ultima notte al Tortuga, con tutto lo staff raccolto intorno alla consolle a cantare nei venti minuti finali. Una cosa davvero bellissima! Sono stati dodici…tredici anni vissuti benissimo. Per me il mondo della notte non è stato un semplice lavoro: è stata una vera passione!”

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